Il territorio del Parco Regionale del Serio è caratterizzato dalla presenza di habitat prativi prioritari di grande pregio naturalistico e ormai estremamente rari nell’intero comparto regionale. La Riserva Naturale di Malpaga – Basella è stata istituita proprio con la finalità di garantire la tutela di tali habitat prativi in via di scomparsa.
Tra le principali minacce che mettono a rischio la conservazione di questi habitat prioritari, vi è la diffusione di specie invasive aliene, in grado di crescere anche su substrati estremamente magri come quelli che hanno fino ad ora garantito la permanenza degli habitat prativi.
L’infestazione da parte di simili specie vegetali appare particolarmente grave soprattutto dove vi siano stati disturbi antropici che hanno in qualche modo interferito con l’equilibrio dell’habitat preesistente. È il caso dell’area di intervento prevista in questo progetto, interessata da ex cantieri per la realizzazione di un’opera idraulica, a cui non hanno mai fatto seguito adeguate opere di ripristino naturalistico. L’area, abbandonata a evoluzione spontanea, è stata rapidamente invasa da buddleia, in forma prevalente, e in minor misura da ailanto e rovo. In assenza di interventi di controllo e contenimento mirati, l’infestazione rischia di espandersi oltre la zona attualmente interessata, intaccando anche le aree circostanti di habitat prativi ancora integri. Il Parco Regionale del Serio, in qualità di Ente Gestore della Riserva Naturale Malpaga-Basella, intende promuovere una strategia di contenimento della diffusione di invasive aliene a tutela degli habitat prativi prioritari, nella quale si inseriscono anche interventi di controllo ed eradicazione quale quello previsto nel presente progetto, finanziato sul “Bando – Disposizioni per la presentazione dei progetti, da parte degli enti gestori dei Parchi Regionali, per la realizzazione di interventi di manutenzione straordinaria, recupero e riqualificazione del patrimonio naturale, delle sedi o centri parco e delle infrastrutture puntuali o lineari esistenti, in attuazione alla d.g.r. XI/4912 del 21/6/2021”, di cui a decreto n. 9284 del 07/07/2021. Rispetto agli obiettivi del Bando, il progetto risponde all’obiettivo di “favorire il recupero di aree degradate mediante interventi di risanamento e rinaturalizzazione volti al ripristino delle condizioni di naturalità preesistenti”.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
Obiettivo del progetto
Rispetto agli obiettivi del Bando citato in premessa, il progetto risponde all’obiettivo di “favorire il recupero di aree degradate mediante interventi di risanamento e rinaturalizzazione volti al ripristino delle condizioni di naturalità preesistenti”.
In particolare, il progetto è finalizzato a:
– controllo ed eradicazione delle specie invasive aliene da black list, con particolare riferimento a Buddleja davidii, Ailanthus altissima e Reynoutria japonica dall’area di intervento;
– contenimento dei rischi di espansione della specie invasiva aliena oltre l’area di intervento, a tutela della conservazione dei prati aridi circostanti;
– avvio della ricostituzione di habitat prativi stabili sull’area di intervento e, dove non più possibile ricostituire magredi stabili, l’avvio di formazioni di pioppo bianco con sottobosco prativo.
Descrizione degli interventi
Localizzazione interventi e cantierizzazione riporta indicazioni riguardo alle zone di intervento previste in progetto. Sull’intera area di intervento (3 Ha) si procederà a un’operazione di taglio ed estirpazione delle piante di buddleia, ailanto e reinutria cresciute sul sito di intervento.
Gli interventi di estirpazione meccanici e manuali saranno preceduti da interventi chimici localizzati sulle singole piante bersaglio, attraverso iniezioni e pennellature, in modo da evitare derive. Tali interventi sono finalizzati a evitare la proliferazione radicale tipica delle specie invasive in risposta a stress meccanici, ed evitare quindi che le operazioni di controllo possano provocare una espansione della zona infestata oltre il suo attuale sedime. L’intervento verrà svolto per la maggior parte manualmente, da una squadra di lavoro specializzata e opportunamente formata (vd.costruzione prezzi – squadra di lavoro Tipo A o SQA) che si stima abbia una capacità di lavoro di circa 2500 mq/giorno, è prevista l’estirpazione manuale dell’apparato radicale di un quantitativo di piante invasive stimato a 1000.
L’obiettivo dell’intervento, in questa fascia, è l’eradicazione pressoché totale delle specie invasive, in modo da proteggere al meglio gli ambienti di magredo esterni all’area di intervento.
Gli interventi di controllo delle invasive saranno articolati in due periodi: il primo, mirato alla devitalizzazione degli apparati radicali delle piante madri, nel periodo di fine estate-inizio autunno 2022; il secondo, mirato alla devitalizzazione di eventuali ricacci, nel periodo primaverile-estivo 2023.
Il materiale di risulta verrà trinciato e asportato e verranno adottati accorgimenti per evitare la dispersione di semi sul sedime di intervento, quali raccolte manuali, aspirazioni, ecc. Infine, sull’area di intervento verrà effettuata una trasemina per accelerare la ricostituzione di cotico erboso.
Le sementi utilizzate saranno possibilmente fiorumi autoctoni certificati, raccolti da prati donatori simili al magredo che si intende ricostituire (tipo fiorumi raccolti a richiesta dal Centro Flora Autoctona del Monte Barro). Per il reperimento del fiorume si opterà, preferibilmente, per raccogliere il fiorume direttamente dai magredi circostati, a tale scopo sarà prima effettuata una caratterizzazione floristica degli ambienti che consentirà di certificare i fiorumi da questi provenienti.
Conferimento del materiale di risulta
Il materiale di risulta che deriverà dalle operazioni di controllo ed eradicazione delle invasive aliene verrà trinciato e asportato. Si tratta tuttavia di materiale privo di valore di mercato e non risulta quindi possibile valorizzarlo in alcun modo. Si ritiene tuttavia possibile riuscire a conferirlo gratuitamente a operatori agricoli locali dotati di piccoli impianti aziendali che possano utilizzare biomasse vegetali (biogas, compostaggio, ecc.) capaci di garantire la completa devitalizzazione e degradazione delle parti delle piante invasive che possano favorirne la diffusione (radici, fusti e semi).
Piano triennale di manutenzione
In un progetto di contenimento di invasive aliene, quale il presente progetto, il piano di manutenzione riveste un’importanza fondamentale, pari all’intervento in sé. Infatti, non è possibile prevedere un controllo efficacie di un’invasiva aliena attraverso un solo intervento, ma occorre garantire all’area un livello di manutenzione sufficiente a eradicare i ricacci radicali o da seme per i primi anni successivi all’intervento, fino a quando non si sarà esaurita la dotazione di semi nel terreno e la vigoria delle radici rispetto all’emissione dei ricacci.
Il piano di manutenzione dovrà prevedere quindi almeno 2 passaggi/anno di eliminazione meccanica e manuale dei ricacci, attraverso sfalci, trinciatura e scerbatura manuale. Non si esclude il ricorso a interventi chimici, che verrà valutato in fase attuativa qualora i soli metodi meccanici dovessero rivelarsi insufficienti
(infatti, l’intensità di interventi meccanici e manuali necessaria per garantire una riuscita certa dell’intervento di controllo, sarebbe economicamente insostenibile). Tali interventi saranno di particolare intensità nelle fasce esterne, al fine di evitare l’espansione della specie invasiva nelle aree prative oltre i confini dell’area di intervento. Per la quantificazione del costo degli interventi manutentivi è stato costruito, sulla base del “prezzario regionale delle opere forestali 2022”, una “squadra tipo” composta e attrezzata per interventi di controllo delle specie aliene (vd. “Costruzione prezzi”): si stima che una quantità pari a 1 della voce “squadra tipo” possa operare un passaggio completo di controllo dei ricacci di invasiva aliena sull’intera area di intervento.
L’ente gestore valuterà inoltre se utilizzare anche interventi controllati di pascolamento, compatibili con il Piano del Parco per la gestione delle attività di pascolo. A tale proposito si evidenzia che la buddleia risulta particolarmente appetibile a bestiame ovi-caprino (soprattutto a caprino). Tali interventi non vengono previsti a computo in quanto, nel caso di una loro attivazione con finalità sperimentali, non avranno per il Parco un carattere oneroso.
Indicazioni sulla cantierizzazione e sulle tempistiche degli interventi
L’area è facilmente raggiungibile dai mezzi ed è servita da strade forestali. Non vi sono particolari difficoltà di cantierizzazione. Il periodo più adatto per gli interventi di contenimento delle specie aliene coincide con la fase vegetativa. Gli interventi chimici dovranno essere svolti preferibilmente verso fine estate, quando le
piante sono in fase fisiologica di accumulo delle riserve nelle radici. Questa fase fisiologica consente infatti ai prodotti diserbanti sistemici di raggiungere meglio gli organi bersaglio, cioè le radici, e di diminuirne la capacità di ricaccio, evitando l’espansione dell’infestazione e limitando la frequenza degli interventi manutentivi successivi.
Gli interventi manutentivi ricadranno soprattutto durante la stagione vegetativa, a partire da aprile fino a ottobre-novembre, sia per quanto riguarda il controllo dei ricacci di specie invasive, sia per le irrigazioni di soccorso. Le sostituzioni di eventuali fallanze andranno invece eseguite durante la stagione silvana.
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