Lo scarabeo giapponese Popillia japonica è un organismo fitofago. Nella sua zona d’origine, le condizioni climatiche sono sfavorevoli allo sviluppo larvale e contribuiscono a mantenere bassa la densità della popolazione.
Nel 2014 la specie è stata scoperta nel Nord Italia all’interno del Parco del Ticino, a cavallo tra Lombardia e Piemonte. La sua diffusiona è temutissima per i danni che è capace di infliggere alle coltivazioni e agli alberi da frutto.
La Cooperativa della Comunità è impegnata nel progetto GESPO iniziato nel 2018, per il contenimento dello scarabeo giapponese nei territori infestati.
Caratteristiche della Popillia Japonica
Le elitre della Popillia Japonica sono di colore verde metallico – bronzo ramato. Non coprono l’intero addome, ma lasciano scoperta la parte laterale dove è possibile osservare i caratteristici ciuffi di peli bianchi: elemento principale per l’identificazione della specie.
La Specie presenta tre stadi larvali di diverse dimensioni. Subito dopo la schiusa delle uova le larve sono di colore bianco, successivamente la testa assume una colorazione bruno-giallastra.
La diffusione della specie durante l’anno
Gli adulti di Popillia sono abbondanti nei mesi di giugno, luglio e agosto, con il raggiungimento del picco di presenza a metà luglio. Gli individui si spostano sulle piante ospiti dove iniziano a nutrirsi e ad accoppiarsi.
Dopo l’accoppiamento, le femmine cercano prati di graminacee per lo più umidi, dove scavare e deporre circa 3-4 uova per volta. Il periodo di deposizione delle uova va da giugno a fine settembre.
Nel periodo invernale le larve tendono a migrare a circa 15-25cm nel sottosuolo. In primavera, con l’aumento delle temperature, tornano in superficie.
La Popillia Japonica è una specie polifaga che si nutre di foglie, fiori, frutti e radici di oltre 300 specie di piante, sia spontanee che coltivate, in particolare predilige la vite europea.
Gli adulti della specie tendono ad aggregarsi e nutrirsi della parte superiore della chioma delle piante ricca di zuccheri, mentre le larve si nutrono di radici causando ingiallimenti e disseccamenti di manti erbosi di campi da golf, da calcio e giardini.
Sorvegliare l’insetto è un aspetto fondamentale per conoscere la possibile diffusione e la pianificazione di strategie di contenimento. Oltre al controllo visivo vengono utilizzate apposite trappole con attrattivi specifici di tipo floreale.
Gli adulti di P. Japonica possono essere controllati con principi attivi a base di piretrodi e neonicotinoidi.
Il progetto GESPO
Il progetto GESPO ha preso il via a fine 2018 e si concluderà quest’anno. Ha come obiettivo quello di sviluppare strategie innovative per la gestione delle problematiche derivanti dalla Popillia in Lombardia.
Il progetto prevede l’indagine sulla biologia dell’insetto, lo sviluppo di protocolli di controllo di adulti e larve, e l’utilizzo di strumenti per l’analisi dei dati e la previsione della distribuzione. Conoscere la fenologia di un insetto fitofago consente di determinare i periodi più opportuni per monitorare e controllare la specie.
Per questo motivo è stato sviluppato un modello per prevedere la diffusione della specie sulla base della temperatura del suolo. Nel progetto è stato studiato l’habitat ideale per le popolazioni larvali dell’insetto. I dati raccolti risalgono a studi effettuati tra il 2016 e il 2019 in 8908 siti campionati. I risultati mostrano che la presenza delle larve è influenzata dalle variabili del suolo e dalle variabili meteorologiche.
Grazie ai dati messi a disposizione dal Servizio Fitosanitario è stata investigata la diffusione della Popillia Japonica e i risultati hanno consentito di descrivere l’abbondanza media di adulti e larve dalla prima infestazione in ciascun sito.
L’analisi della crescita e diffusione dell’insetto consentirà di sviluppare un modello per determinare il ruolo delle variabili ambientali. Durante le prime fasi dell’infestazione, il ricorso ad insetticidi risulta essenziale.
Nell’estate 2019 e 2020, tramite prove di campo, sono stati testati insetticidi chimici e organici per la gestione di coleotteri adulti di dimensioni simili a quelle della Popillia Japonica.
Gli adulti della specie sono stati esposti al trattamento dopo essere stati appositamente confinati all’interno di manicotti di tulle posizionati su porzioni delle piante trattate. I risultati sono stati efficaci nel ridurre la sopravvivenza dei coleotteri.
Nell’estate del 2020 è stato testato, in un vivaio Lombardo, un approccio fisico-agronomico per diminuire la deposizione delle uova dei coleotteri all’interno di vasi da vivaio mediante diversi tipi di pacciamatura. Gli adulti della specie sono stati raggruppati all’interno di una “gabbia” a copertura del vaso e, a distanza di un mese, si è valutato il numero di insetti che sono stati in grado di penetrare la pacciamatura.
La valutazione riguardava anche la sopravvivenza delle larve all’interno dei vasi trattati con insetticidi chimici e biologici. Nessuno di questi metodi adottati ha garantito la totale assenza delle larve nei vasi, nonostante si sia ottenuta un’importante riduzione attraverso la pacciamatura.
A fine estate 2020, per limitare la presenza di larve di terzo stadio nel terreno di una zona lombarda altamente infestata, è stata testata una macchina irroratrice sperimentale. Il dispositivo ha la capacità di iniettare liquidi nel suolo, senza danneggiare il cotico erboso o incidere negativamente sulle caratteristiche agronomiche del terreno.
L’utilizzo della macchina ha permesso di raggiungere le larve presenti nei primi centimetri di suolo. I primi risultati evidenziano l’efficacia nella riduzione del numero delle larve.
I risultati finali del progetto saranno disponibili nel 2022. Vi terremo aggiornati!