Mi chiamo Yuri Baratta sono perito agrario e ho una formazione scientifica.

Ho sempre lavorato con cooperative e per loro mi sono occupato di educazione ambientale nelle scuole elementari, medie e superiori, facendo formazione sull’importanza della tutela ambientale, con particolare attenzione alla cura degli alberi.

Hai sempre lavorato nell’ambito naturalistico? Da cosa è nata la passione?

Si, è una passione che coltivo sin da bambino.

Provengo da una famiglia con tradizioni rurali da sempre legata alla terra, dalla quale ho ereditato, per mia fortuna, la passione per tutto quanto riguarda la cura dell’ambiente.

Sin da piccolo ho avvertito il bisogno di soddisfare le mie curiosità, sperimentando e studiando spontaneamente, alle volte anche con risultati a dir poco pericolosi, tutto quanto riguardasse il mondo vegetale. Ora posso affermare che quelle esperienze/esperimenti hanno sicuramente fatto maturare in me la coscienza dell’importanza di un approccio scientifico al “verde”.

Hai sempre lavorato per la Cooperativa della Comunità?

No, ho lavorato anche in altre cooperative che si occupavano di manutenzione, progettazione e formazione in ambito floro-vivaistico e naturalistico ma solo alla Cooperativa della Comunità ho chiesto di diventare socio-lavoratore. Sono 11 anni che vivo questa esperienza e questo nuovo modo di rapportarmi con il mondo del lavoro.

Come mai hai scelto la Cooperativa? Raccontaci la tua prima impressione?

Conoscevo bene uno dei loro Soci-lavoratori ed è stata la sua descrizione dell’ambiente lavorativo nel quale operava a farmi avvicinare a loro e successivamente a diventarne dipendente.

L’ho scelta perché, a primo impatto, mi dava l’idea di una cooperativa e azienda ben strutturata e seria con obiettivi imprenditoriali e sociali chiari e ben delineati.

Il tuo ruolo all’interno della cooperativa?

Nello specifico faccio parte dell’Ufficio tecnico del Settore del “Verde” con particolare responsabilità in tema di gare e appalti sia pubblici che privati.

Inoltre gestisco alcune “commesse” insieme ad altri colleghi, sono il Responsabile della realizzazione di Piscine Naturali e mi occupo del Settore Mago Libero che, oltre alla progettazione e realizzazione di parchi gioco, si occupa anche della fornitura del servizio di monitoraggio relativo alla sicurezza di tutte le attrezzature ludiche presenti in spazi pubblici, avendo conseguito la certificazione “TŰV EN 1176 parti 1-7” dieci anni fa.

Il lavoro più bello che hai realizzato da quando sei in Cooperativa?

Lavori belli che mi hanno dato soddisfazione ne ho fatti parecchi. Forse quello che maggiormente mi ha coinvolto è stato la realizzazione di un’Area Verde all’interno del carcere di Bergamo. Consisteva nel creare una zona di incontri per i detenuti e le loro famiglie.

Davvero unica nel suo genere.

Non avevo aspettative particolari e, forse, proprio il non averne, ha amplificato la meraviglia nel trovarmi a collaborare con persone particolarmente sensibili e vogliose di prendere parte ad un progetto ideato per loro e le loro famiglie. Ho imparato a guardare oltre, oltre ad ogni situazione limitante (controlli in entrata ed uscita) e oltre ad ogni raffigurazione stereotipata dell’essere umano privato della propria libertà.

All’interno della Cooperativa chi si occupa delle BioPiscine sei tu, vero? Come mai questa decisione?

Si, sono io.

C’era la possibilità di imparare (sperimentare) e mi ci sono buttato con tutto l’entusiasmo che ho sempre avuto verso il nuovo e l’ambiente.

Perché consiglieresti la realizzazione di una BioPiscina?

La consiglierei perché non è solo una semplice piscina, ma un elemento che valorizza la casa nel rispetto dell’ambiente.

Quali sono gli aspetti positivi e negativi che trovi nella cooperativa e nel tuo lavoro?

Aspetti positivi ce ne sono parecchi.

Uno su tutti l’inserimento lavorativo di persone in difficoltà.

Non è da trascurare il fatto che ho la possibilità di lavorare con persone che stimo e con le quali posso condividere esperienze uniche e scelte operative tese all’esecuzione di lavori di alta specializzazione, formando persone che troppo facilmente vengono considerate poco funzionali alle attività lavorative e, di conseguenza, socialmente emarginate.

In Cooperativa della Comunità se ci sono problemi ci si chiede subito come operare per risolverli, in modo da proseguire con tranquillità nel lavoro quotidiano.

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