Il cancro colorato è una malattia che si sviluppa a carico degli organi legnosi dei platani per azione del fungo ascomicete Ceratocystis platani.
La malattia è oggetto di normativa fitosanitaria (Decreto ministeriale di lotta obbligatoria 29 febbraio 2012).
Epidemiologia
Poiché il fungo penetra nella pianta tramite soluzioni di continuità della corteccia, il principale vettore è l’uomo, che con le operazioni di potatura, gli scavi o incidentalmente, trasmette l’inoculo, contenuto nella segatura o in minuti frammenti di legno, sulle ferite inferte. La mancata disinfezione degli strumenti, dopo operazioni effettuate su piante infette, è sicuramente il principale mezzo di contagio che consente la diffusione del patogeno da pianta a pianta su uno stesso filare o da un filare all’altro di uno stesso comune o, addirittura, da un comune all’altro o da una regione all’altra.
La segatura e i frammenti di legno infetti possono essere trasportati, oltre che dagli attrezzi cesori, anche dalle scarpe e dagli indumenti degli operatori, dai veicoli, dal vento, dagli animali.
Inoltre, un’importante via di trasmissione del fungo è costituita dalle anastomosi radicali instauratasi fra piante malate e piante sane adiacenti.
Da ultimo non si può dimenticare la possibilità di diffusione per via naturale per mezzo di agenti meteorici (vento, pioggia, grandine) o di animali come uccelli, roditori o insetti.
Sintomatologia
La malattia si manifesta sul tronco e branche della pianta, sotto forma di lesioni longitudinali, che col tempo, per effetto della disidratazione dei tessuti alterati, si fessurano in modo irregolare.
I sintomi sulla chioma sono differenti a seconda che il sito di infezione sia localizzato all’esterno o radicale. Nel primo caso si osservano dei disseccamenti parziali in corrispondenza del punto di inoculazione, nel secondo caso appare un deperimento generalizzato con diffusi ingiallimenti. In alternativa, come per molte tracheomicosi, si può verificare la repentina morte della pianta per “colpo apoplettico”.
Storia
La malattia è comparsa per la prima volta negli USA nel 1925 e si è diffusa intorno agli anni 1925-45. In vent’anni ha ucciso il 50-70% dei platani esistenti in grandi centri.
In Italia la malattia si manifestò per la prima volta nel 1954 a Caserta. Nel 1972 fu segnalato a Forte dei Marmi, dove distrusse più del 70% delle piante di platano. Da allora le segnalazioni furono numerose soprattutto nelle regioni del centro-nord. Attualmente poche zone d’Italia sono esenti da tale patologia.
Pericolosità
Questa malattia è particolarmente pericolosa per le piante delle alberature stradali, dei parchi e dei giardini urbani che vanno soggette a periodici tagli di potatura più o meno drastici e a danni all’apparato radicale per lavori stradali di vario genere.
Le preoccupazioni maggiori sono rivolte alle piante monumentali: la loro scomparsa rappresenterebbe un notevole danno per il nostro patrimonio storico-paesaggistico.
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